Un relativismo sospetto – di Telmo Pievani

Riportiamo qui un articolo di Telmo Pievani, tratto da Le Scienze (Dicembre 2012, p. 22) per la sua importanza nel dibattito sulla scienza e la filosofia e la loro prassi, ma anche per il suo andamento controcorrente rispetto alle filosofie della scienza più in voga tra chi non si occupa di scienza. Chi invece di scienza si occupa troverà questo articolo un po’ ovvio, ma capire l’importanza dell’aspetto sociale e non automatico della scienza non è banale come sembra.

Un relativismo sospetto – di Telmo Pievani
Se una teoria scientifica è falsificabile, non è detto che sia sempre rivedibile.

Nel dibattito italiano alcuni filosofi della scienza del passato riscuotono un particolare successo. A commentatori che di solito non sono teneri nei confronti dell’impresa scientifica piace molto l’idea che la scienza sia perennemente “falsificabile”, e dunque non sia in grado di fornirci certezze (le quali sono invece distribuite gratuitamente da filosofi e teologi).
Si nota un certo sollievo psicologico in questa adesione al falsificazionismo: se le idee di Charles Darwin non ci piacciono, poco male, tanto sono rivedibili. Vanno di gran moda anche le idee del secondo Thomas Kuhn, con l’immagine di una scienza lacerata da conflitti insanabili tra gruppi di ricercatori abbarbicati attorno ai loro paradigmi e linguaggi incommensurabili. Per non dire di una certa interpretazione dell’anarchismo metodologico di Paul K. Feyerbend, passione recente di illustri teologi.
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